Capitolo 6 - Il periodo fascista
6.4 Il contributo per la ristrutturazione della Casa del Fascio
Infatti nel Direttivo del 22 settembre 1934 ci sarà una comunicazione che renderà tutto più chiaro.
“Il Presidente Garizzo comunica che il segretario Politico gli ha richiesto verbalmente la cessione del Buono del Tesoro novennale 1940 di lire 10.000, che fa parte del capitale Sociale della Società, perché esso possa essere di garanzia alla banca, che anticiperebbe i denari necessari per la costruenda Casa del Fascio locale”.
Dopo questa richiesta ci furono colloqui ed incontri in merito, per valutare il problema, perché Garizzo così prosegue, riportato dal verbale.
“Conferma che il Segretario Politico ha riconosciuto l’impossibilità da parte della Società di alienare il Buono, sia perché si perderebbe l’alea dei prezzi, sia perché il Capitale Sociale è limitato.
Informa di aver conferito in merito col Podestà, interessandolo ad unirsi alla stipulazione di un atto regolare di cessione che dia affidamento di garanzia.
Il Presidente crede opportuno aderire alla richiesta del Segretario Politico”.
In seno al direttivo si apre la discussione che ovviamente sarà stata molto vivace, se il Presidente alla fine della discussione così riassume i punti per procedere alla cessione del Buono:
“Il Presidente riassumendo la discussione riconosce che il buono si dovesse tenere come riserva, dato che su un capitale di 32.000 lire se ne sono già sborsate 20.000 per la scuola di disegno, assicura che la Società non perderà gli interessi annui; che il Buono sarà garantito dalla Federazione di Treviso che è proprietaria, in seguito a donazione da parte del Canapificio Veneto, del terreno e dell’attuale fabbricato; che il Podestà deve tutelare la Società ed interverrà così all’atto di cessione.
Il consiglio, preso atto delle assicurazioni del Presidente, con voto unanime gli dà facoltà di cedere il Buono colle garanzie dianzi accennate”.
Dal settembre 1934 fino al 27 gennaio 1935, in cui ha luogo il Direttivo della Soms, il problema viene ulteriormente discusso con il Segretario Politico e con il Presidente dell’OND, trovando una soluzione che viene comunicata anche ai soci nell’assemblea del 7 aprile 1935.
Il presidente Garizzo “comunica come la Presidenza dell’OND ha creduto opportuno rinunciare al prestito che la Società era disposta a concedere, previa cauzione, per il costruendo fabbricato, però intercede affinchè la società, per lo scopo suaccennato, abbia a concorrere con una elargizione.
Per vari motivi, già a tutti noti, crede opportuno che la Società conceda tale elargizione, che secondo lui anche per il decoro stesso della Società non potrà essere inferiore alle 1000 lire.
Inoltre in considerazione che la nostra Società ha tutti i suoi soci iscritti all’OND e per conseguenza anche il numero maggiore di iscritti, sarebbe una cosa ben fatta e che andrebbe a tutta lode della Società stessa, se si facesse donatrice del labaro”.
La presidenza dell’OND, rinunciando al prestito cauzionale precedentemente trattato, aveva già richiesto un concorso per la spesa del labaro, prescritto per ogni gruppo comunale, ma la Soms “poiché noi siamo inquadrati nel Dopolavoro e formiamo un blocco importante, abbiamo ritenuto opportuno che il labaro fosse offerto a spese della Società, ed è stato acquistato per 245 lire” ... “La consegna del labaro verrà fatta nel giorno dell’inaugurazione della Casa del Fascio, già in costruzione avanzata di adattamento…
In quel corpo di nuovo fabbricato vi saranno diversi locali per uffici e riunioni di dopolavoristi ed anche noi potremo trovare un posto per discutere anche gli interessi della nostra Società…
L’inaugurazione della Casa avverrà fra non molto e si potrà far coincidere la nostra manifestazione venticinquennale in quel giorno, in segno di simpatia e di completa adesione al Regime”.
“Amen “, è l’unica cosa che si può aggiungere a conclusione del discorso di Garizzo.
Prima di procedere con il rinnovo delle cariche interne, “Il presidente richiede nuovamente ai soci di domandare, ove credessero opportuno, schiarimenti a quanto è stato esposto”…
Cerchiamo di immaginare ciò che sta succedendo: molti soci apprendono per la prima volta, direttamente, di questa vicenda; illazioni e chiacchiere saranno sicuramente circolate a iosa, e certamente anche in modo non troppo benevolo verso la Soms, ma mentre in paese si poteva parlare, magari con un po’ di attenzione, lì in una assemblea pubblica nessuno ha coraggio di dire una parola, ancorchè puramente interrogativa su quanto sta accadendo, e quindi si capisce perchè il Presidente stesso rompa gli indugi.
Così continua il verbale. “Non avendo però nessun socio chiesto la parola, crede doveroso di spiegare lui stesso come stanno le cose, disse: che la nostra Società è aderente come di dovere al D.L. (Dopolavoro, abbreviativo per OND), ma che si mantiene e si manterrà sempre indipendente, e che non risponde a verità, come da taluno fu detto, che la nostra Società con tutto il suo Capitale, debba passare sotto la direzione del D.L., ma invece per seguire le direttive del Regime, ha aderito con tutti i suoi soci all’iscrizione all’OND. E per questo crede che sia stato doveroso, avendo la nostra Società un forte numero di soci iscritti, di acquistare al Dopolavoro il labaro, come crede sia doveroso di venire in aiuto ai bisogni impellenti per la costruzione del grandioso fabbricato, con una elargizione di 1000 lire.”
Chiede poi l’approvazione dell’una e dell’altra spesa, le quali vengono approvate all’unanimità.
Garizzo non avrebbe potuto dire altro all’assemblea dei soci della Soms, ma in realtà si trattò di una sorta di abdicazione nella gestione della Soms, e dall’episodio seguente arriverà una conferma.
64. Relazione ispettiva sulla scuola di Arti e Mestieri della Soms al Ministero della Pubblica Istruzione 65. Campo solare sulle rive del Piave 66. Inaugurazione della Casa della Rivoluzione Fascista nel 1935 |
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