Capitolo 1 - Premessa Generale

 

1.3 L'industrializzazione in Italia

 

All’inizio del processo di unificazione, troviamo un paese con una vocazione essenzialmente agricola e con una struttura industriale arretrata o inesistente; nel 1860 i chilometri di ferrovia sono 2000, a fronte dei 17.000 dell’Inghilterra e dei 7.000 della Francia, e ciò può aiutarci ad intuire il nostro ritardo nei confronti delle altre nazioni europee, il quale ritardo era ancora più notevole di quanto si possa anche supporre: ad esempio, nel 1855 l’industria siderurgica inglese produceva 3 milioni di tonnellate di acciaio, mentre in Italia la siderurgia non era stata ancora avviata.

Dopo l’unificazione, l’Italia scelse la via del conservatorismo, privilegiando i grossi proprietari terrieri, i finanzieri ed i commercianti, rimanendo di fondo ancorata ad una tradizione agricola che portava all’autoconsumo dei prodotti, pensando di poter avviare il processo industriale con minoranze di operai, poco organizzati e poco o nulla addestrati, e quindi una manodopera che si poteva pagare poco, prelevando dall’estero i beni di consumo e le materie prime occorrenti.

Solo attorno al 1870 sorgono le prime significative industrie, soprattutto nel settore tessile, per opera di qualche coraggioso “capitano d’industria”; lungo i fiumi Olona, Lambro, Adda, nella Val Sesia (Biella), e nel Veneto, utilizzando l’acqua per produrre la forza motrice, vengono avviati lanifici, cotonifici, filature di vario genere: il lanificio Rossi a Schio, la filatura Crespi a Vaprio d’Adda, il cotonificio Cantoni, per citarne solo alcuni.

Bisognerà attendere la fine dell’800 per avere finalmente un’inversione di tendenza che, pur se tardivamente, farà finalmente decollare il processo di industrializzazione anche in Italia: tra il 1900 ed il 1920 avremo l’avvento degli Agnelli, Pirelli, Olivetti, Pesenti, Zegna, Breda, Marelli, Volpi, Romeo (poi Alfa Romeo), Falck, anche qui citando solo alcuni dei nomi più noti.

Per un utile raffronto, e senza voler essere irriverenti, nel 1913 la FIAT aveva 4000 operai, mentre nel 1908 il Canapificio Veneto Antonini e Ceresa di Crocetta del Montello dava lavoro a 2800 operai.

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Filanda Marcato, uno dei primi insediamenti

produttivi in località Crocetta

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Gruppo di "Bisnenti". Dai campi la manodopera

si trasferisce alle fabbriche

 

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