Capitolo 1 - Premessa Generale
1.4 La nascita delle Soms in Italia
In Italia le Corporazioni avevano praticamente rappresentato fino al XVII° - XVIII° secolo l’unica forma di difesa dei lavoratori contro la cessazione del loro lavoro per qualunque motivo.
Ma queste strutture, troppo settoriali e statiche ed inevitabilmente non adeguate ad accogliere le nuove istanze dei lavoratori, perdono di importanza di fronte alle nuove forme delle strutture produttive, che implicano l’impiego di grandi masse di operai, in condizioni ed ambienti di lavoro precari, e che prospettano esigenze dei lavoratori per certi aspetti radicalmente nuove.
Si va quindi affermando una nuova forma di associazione tra lavoratori, basata su concetti mutualistici, che vedrà il decollo definitivo delle Soms, le quali inizialmente si collegheranno all’esperienza delle Corporazioni ma, man mano che il loro sviluppo prenderà piede, ciò decreterà conseguentemente anche la fine delle Corporazioni.
Grandi furono le aspettative legate al mutualismo: nacquero diverse correnti di pensiero e furono elaborate numerose teorie, ma il movimento non decollò velocemente, né ciò avrebbe potuto avvenire senza strutture o disponibilità di denaro.
Per meglio capire il fenomeno ai suoi inizi, e cioè nella prima metà dell’800, è bene focalizzare un altro fatto importante. Molte delle Soms nate in questi primi anni erano sorte per iniziativa di “borghesi illuminati”, persone istruite e di un certo censo sociale, non di rado nobili borghesi, che sentivano una spinta interiore ad agire per l’innalzamento morale e sociale delle masse di analfabeti poveri e derelitti.
Mossi da questo filantropismo umanitario, questi personaggi mettevano in atto una serie di comportamenti tendenti a concedere sussidi di vario genere, in particolar modo nei casi di malattia, e ad organizzare iniziative per innalzare il livello culturale e sociale dei lavoratori: così, il filantropo di buona volontà, provvisto di tempo, cultura e denaro, era spesso anche il finanziatore delle sue attività e rimaneva per lunghi anni presidente eletto, anche tacitamente, delle stesse società.
Ma i problemi di cui si occupavano e le esigenze che tentavano di soddisfare erano quelle minime, o primarie, e con una incidenza quasi insignificante rispetto alle reali necessità. Quindi la difesa dei diritti degli operai ed i problemi collegati alle loro condizioni di lavoro, trovano raramente riscontro, o raramente vengono posti in discussione e, se lo sono, ciò avviene assolutamente in modo parziale e casuale, anche perché lo spirito associativo che anima gli operai è scarso.
Nella seconda metà dell’800, con il nascere delle prime strutture industriali, anche il concetto di mutualità decolla definitivamente, non essendo in grado la neonata entità statale di dare risposte ai problemi sociali che derivavano dal lavoro. Manca naturalmente, una coscienza sindacale e non esiste una precisa cognizione dei problemi né una mentalità che porti ad affrontarli.
Dopo il 1860 ebbe luogo in Italia uno straordinario sviluppo delle Soms, i cui principali promotori furono gli ex garibaldini, galvanizzati dal proclama del loro ex condottiero, Garibaldi, a Treviso, che li aveva incitati a questo nuovo impegno sociale, in quella che era la “vera patria”: molte società furono infatti intitolate a Giuseppe Garibaldi o lo ebbero come presidente onorario [2].
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