Capitolo 8 - Gli ultimi quarant'anni
8.1 Anni di transizione
Dopo la chiusura della Scuola di disegno nel 1962, la Soms concede in uso i suoi locali per avviare la Scuola Media su richiesta dell’Amministrazione Comunale. Apparentemente è una decisione rapida e senza problemi, sembra quasi che la Società voglia “disfarsi” dell’oggetto del contendere, il fabbricato, senza tanti patemi d’animo, per disintossicarsi un po’ dai veleni degli ultimi tempi, ma invece deve essere stata una decisione molto sofferta ed alla quale, alla fine, non si è potuta sottrarre. Naturalmente cercò di farlo, sulla base di un accordo che riconoscesse, di fondo, il suo pieno diritto all’uso perpetuo del fabbricato, secondo la delibera del 14 giugno 1914, ma dovette insistere non poco perché il Comune riconoscesse per iscritto questo diritto, che d’altra parte non costituiva nulla di strano né di nuovo.
La Soms cerca inoltre di ottenere un affitto dall’uso di quei locali, ma non riesce a convincere l’Amministrazione Comunale, i suoi tentativi non approderanno a nulla, ed il prestito rimarrà gratuito. L’altra richiesta inoltrata dalla Soms invece, vedrà una pronta risposta del Comune, che concederà in uso per le sue riunioni ed assemblee la sala consiliare: evidentemente almeno questo diritto minimo alla sopravvivenza della Soms doveva essere assicurato.
Subito dopo l’estate del 1962 cerca di vendere l’attrezzatura del suo laboratorio, e prende avvio una specie di commedia degli equivoci, alimentata più che altro dalla Provincia: inizialmente parte dell’attrezzatura viene venduta alla Provincia per 100.000 lire; quando qualche tempo dopo la Soms cerca di vendere alla stessa Provincia anche il resto dell’attrezzatura, si sentirà rispondere cose abbastanza strane: quell’attrezzatura non appartiene alla Soms ma alla Provincia stessa che ha sempre dato un contributo; l’attrezzatura della Soms è stata data in consegna dal Consorzio provinciale per l’istruzione professionale; quei materiali sono sorpassati ed inservibili e la Provincia è disposta anche a restituire i materiali acquistati perché non valgono nulla…
Una lunga diatriba che non approderà a nulla perché la provincia non acquisterà più niente e la Soms invece recupererà ancora 190.000 lire da tre successive vendite.
Infine la Provincia ed il Comune dovevano contribuire a saldare il debito della Scuola verso la Soms e qui, dalle registrazioni, non è ben chiaro come quel debito sia rimasto, se dalle stesse scritture di cassa della Soms tale debito sembra esser stato estinto. Comunque i due Enti sopracitati avevano già versato rispettivamente 150.000 e 100.000 lire. Dopo una lunga ed estenuante trattativa, durante la quale l’ing. Boccaletto della Provincia arrivò ad affermare che tutta la questione non stava in piedi, consigliando alla Soms di rivolgersi a qualche assessore che appoggiasse la questione. E così, grazie ai buoni uffici interposti dall’allora assessore Provinciale Carlo Bernini, la Provincia versò ancora 150.000 lire a chiusura del caso.
Il presidente Direni era chiaramente stanco e oserei dire sfiduciato, dopo gli avvenimenti negativi che si erano succeduti; di questi anni non ci sono a disposizione nemmeno i verbali dei direttivi, in alcuni fogli sono rimaste delle annotazioni che ci hanno fatto parzialmente conoscere l’evoluzione di questi aspetti.
Ma il problema vero di questi anni fu un altro, il quale, anche se non discusso apertamente, aveva fatto nascere un senso di smarrimento fra i membri del Direttivo: la dura realtà da accettare era costituita dal fatto che la Soms non gestiva più la scuola di disegno….
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