Capitolo 7 - La Soms dopo il 1945
7.2 Il problema
L’attività della Soms, dunque, sembra riprendere in pieno: riprende la Scuola di disegno, vengono istituiti dei corsi di addestramento professionale , si chiedono al comune due stanze della casa del segretario per fare il laboratorio… ma esiste un problema che è il problema dei problemi, in questo avvio: l’assistenza ai soci assenti dal lavoro per malattia, infortunio od altro, è sospesa per mancanza di fondi adeguati ad affrontare un tale impegno con la certezza di potervi far fronte. L’unica prospettiva era l’aumento della quota mensile dei soci, per costituire un fondo tale da consentire di poter continuare a provvedere a quella che era stata la principale esigenza dei soci e la principale finalità della Soms.
Franco Sartori, che probabilmente aveva vissuto questa esperienza già prima, dal di fuori, attraverso il vissuto del padre, e poi in prima persona, come Presidente, nei due tre anni appena trascorsi, conosceva bene i ritardi e le omissioni dei soci della Soms nel versamento delle quote mensili! e si dimostrò subito scettico su questa proposta. Egli chiese che per una tale decisione non ci fosse solo una delibera del Direttivo od una semplice votazione dei soci, ma in assemblea il voto doveva avvenire votando il proprio si o no in un foglio, la qual cosa avrebbe avuto il valore di sottoscrizione di un impegno a versare le quote derivanti da questa decisione, cioè da 50 a 100 lire mensili.
In un primo momento questa modalità incontrò qualche ostilità, ma poi fu accettata e la questione venne posta in votazione nell’assemblea del 21 giugno 1953, arrivando a mantenere l’urna sigillata fino al 1 luglio, per consentire di votare al maggior numero possibile di soci.
Al di là del metodo adottato, risultano aver espresso il voto 84 soci, dei quali 57 furono per il si, 26 per il no ed una scheda nulla. Il problema sembra risolto e viene deciso che la decorrenza della nuova quota sarà gennaio 1954. Nello stesso anno Franco Sartori si trasferisce definitivamente a Padova, rassegnando le dimissioni da socio della Soms l’11 settembre 1954.
Dall’assemblea dell’11 settembre 1954 uscirà questo Direttivo: Presidente Giacomo Direni, vice presidente Gallerani Mario, sindaci Canova Pietro, De Bin Giuseppe, Stangherlin Angelo, consiglieri Battistin Giovanni, Biasi Giuseppe, Carraro Danilo, dott. Cesare Leopardi, dott. Ivano Magagnin, Piazza Giovanni, Piva Alfredo, segretario Zanella Celestino, solo per la Soms, avendo egli stesso rinunciato, per l’età avanzata, a prestare servizio come segretario della Scuola di disegno, incarico più pesante che prevedeva l’apertura delle finestre delle aule, la provvista di legna, l’accensione delle stufe prima dell’inizio delle lezioni; come segretario della Scuola venne chiamato Candon Eugenio.
Come rappresentanti del Comune sono confermati Vanetti Antonio e Isidoro Bianchin.
Ma la ripresa dell’assistenza ai soci ammalati non decolla, benchè la decisione dell’assemblea sia stata favorevole: il 12-6-55 la commissione formata da Magagnin, De Bin, Piazza, deve constatare che non è facile fare un regolamento con le modalità di corresponsione dei sussidi e nel settembre dello stesso anno il direttivo deve capitolare: il caposaldo degli obiettivi della Soms, sicuramente il più importante, ormai vacilla pesantemente, anche se alla fine c’è un accenno al rinvio del problema al 1956.
Ed infatti nel giugno del 1956 si ripropone l’idea, specificando che questi sussidi saranno limitati nella durata e nell’importo, a seconda della disponibilità finanziarie della Società, che comunque continuavano ad essere scarse, il che stava a significare che probabilmente l’aumento non erano stati in tanti a versarlo con continuità. Dopo quest’ultimo tentativo il problema non venne più affrontato, nè trovarono pratica attuazione le condizioni accennate, ed anche se non ci fu un pronunciamento scritto, quella decisione che nessuno voleva ufficializzare, era già stata tacitamente presa, come inevitabile, già un anno prima.
In questo periodo non ci furono molte iniziative ricreative a favore dei soci, salvo alcune gare di scopone o di bocce, a premi, che si ripeterono alcune volte in locali pubblici gestiti per la maggior parte da soci, ad es., nel 1951 ebbe luogo una gara di scopone al bar Centrale di Ercolani Leonida a Crocetta ed una gara di bocce nell’osteria di Baldin Guerrino a Ciano, entrambi soci.
L’unica iniziativa per il tempo libero e per favorire lo stare assieme dei soci, secondo il vecchio spirito che la ispirò, rimase la gita sociale, la quale continuò ad essere organizzata regolarmente, con buona partecipazione dei soci, ed ebbe come mète principali il lago di Garda (1952), lago di Misurina (1953), Recoaro (1954), Trieste (1955), Serra Sottogrande (1956), Pedavena (1957), Postumia (1958), Ampezzo (1959), S. Daniele del Friuli (1960), Ravenna (1962). Indicativamente, le quote per la partecipazione alla gita sociale nel 1955 furono di lire 600 per i soci, 1000 per i familiari dei soci e 1300 per i non soci.
La quota di iscrizione prevedeva anche una parte della spesa per il pranzo, che svolse comunque sempre la funzione di pranzo sociale, saldato alla fine dalla Soms.
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